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Il Cantico dei Cantici

Passau
Palazzo Vescovile
13 Luglio 2012

KünstlerSeelsorge
Diocesi di Passau

Associazione per l’Arte
Le Stelle

“Le sue fiamme sono le fiamme del Signore”

Una scultura di Giovanni Marconi
“Le sue fiamme sono le fiamme del Signore”

Quest’ opera è stata realizzata nel 2012 a seguito di una iniziativa dedicata al Cantico dei Cantici promossa dalla Associazione per l’Arte LE STELLE di Brescia (diretta da Fausto Moreschi e Carmela Perucchetti), dal Vescovo di Passau (Germania) Wilhelm Schraml e dalla sua Diocesi in occasione del decennale della Pastorale per gli Artisti di Passau e in corrispondenza delle Settimane Europee di quella stessa Città.
Agli artisti convocati (15 italiani, 15 tedeschi) si chiedeva di scegliere una frase, un brano, di questo antico poema e, lasciandosi ispirare dal testo, comporre un’opera. Tutto ciò è stato preceduto da un simposio, al quale hanno partecipato molti artisti italiani e germanici, sul medesimo tema, sul Canticum Canticorum e le sue, molte, storiche e recenti interpretazioni.
A questo è seguita una prima mostra, nell’estate dello stesso anno, ospitata nell’antico Palazzo Vescovile di Passau, e in seguito una seconda a Brescia, a San Zenone all’Arco, sede espositiva dell’Associazione per L’Arte “Le Stelle”.

Il significato
Molte sono state le interpretazioni del Cantico dei Cantici e fra di esse prevalgono quelle di significato allegorico, là dove l’amore fra un uomo e una donna è visto di volta in volta come l’amore degli uomini per Dio o l’amore della chiesa per il Cristo.

L’autore dell’opera qui presentata, pur non sminuendo affatto l’importanza di queste dotte esegesi, ha preferito un’interpretazione strettamente simbolica.
Simbolo nel senso più aderente all’etimologia del termine greco, il verbo greco “symballein” (mettere insieme, riunire), che in origine denotava un qualsiasi oggetto diviso in due o più parti che, una volta ricomposto, permetteva ai possessori di riconoscersi. Simbolo inteso, quindi, come frammento, parte, che allude, indica di appartenere ad una entità più grande che lo completa. Così l’amore umano (fra un uomo e una donna) può apparire come un “frammento”, una parte dell’amore universale. Un’energia che pervade il cosmo e che a noi umani è dato di conoscere solo in piccolissima parte.
Da questo punto di vista la lettura del Cantico dei Cantici può rivelarsi come un percorso le cui tappe segnalano – spostando l’oggetto e la “qualità” della propria passione a livelli sempre più alti, dall’amore carnale a quello emozionale e affettivo, da quest’ultimo a quello universale – l’innalzarsi del fuoco umano dell’amore a quello divino che permea ogni cosa.
Una concezione questa molto vicina al neoplatonismo di ficiniana memoria (da tempo riconosciuto “modello” della famosissima “Primavera” di Sandro Botticelli) o alla “Religione del Cuore” che nel ‘600 ispirò al Bernini “L’Estasi di Santa Teresa”.
Non a caso il titolo della scultura di Marconi riprende alcuni versi finali del Cantico ( “le sue vampe sono vampe di fuoco, le sue fiamme, fiamme del Signore”). Da ciò si evince che il significato di questa scultura si rivela solo in progressione, seguendo, sfogliando, intuendo. L’opera infatti è composta da tre elementi: una vela in marmo di Carrara, che sintetizza visivamente e concettualmente l’insieme; un leggio su cui essa è sistemata; e un libro metallico in ferro smaltato e traforato con inserti di alluminio lucido, che può essere aperto e consultato.
L’autore intendeva, con quest’ultimo elemento, costruire un’opera non solo visuale, ma interattiva che conducesse il fruitore, attraverso un percorso stabilito dal susseguirsi delle pagine.
Quel percorso a cui poco più su si accennava : Dall’umano al Divino.

Il Libro
In questa chiave interpretativa, l’autore ha identificato nel testo 7 fasi in relazione a frasi, a versi, che nel componimento poetico appaiono concettualmente più unitarie (e che, in questo breve scritto, sono semplicemente accennate).
Esse corrispondono nell’opera a 7 pagine ( sette pagine più la copertina), titolate secondo una progressione di concetti, di percezioni che si concludono nel raggiungimento dell’agognata meta: l’unione con Dio. In sostanza questa è una storia di sviluppo ed evoluzione di energie – il Fuoco D’amore – che avviene dopo aver intra-visto la meta finale. D’altro canto solo l’amore è in grado di “riorganizzare” per un compito superiore le energie vitali, che l’esistenza tende a dissipare.

Il linguaggio formale con il quale è realizzata l’opera è essenzialmente astratto con qualche apparizione di accenni figurativi là dove l’astrazione non permetteva un’ulteriore chiarificazione del concetto. I segni, i simboli astratti, qui utilizzati, sono stati suggeriti dalle molte, moltissime raffigurazioni preistoriche, storiche ed etniche che a livello globale hanno caratterizzato in tutto il mondo e in tutti i tempi la rappresentazione delle energie vitali legate a ciò che è Numinoso, a ciò che è Divino, soprattutto, per alludere alla straordinaria antichità dei concetti qui accennati: le più alte attrazioni generate d’amore.
Il libro si apre con una copertina che a mo’ di vocabolario elenca e sintetizza il linguaggio formale delle pagine successive. Un dizionario di segni energetici, un crogiuolo di forze che annuncia l’esistenza di due protagonisti fra loro complementari: un principio maschile ( linee dure, a zig- zag, a spigoli ) e uno femminile (linee ondulate curve e morbidamente intrecciate).

LE PAGINE
Pag.1 Attrazione
“Sono nera ….
“cavalla fra i carri del faraone…”
Il principio maschile e femminile si riconoscono e si attraggono. La composizione è impostata in due blocchi : sopra il principio maschile in un muoversi scomposto di energie, sotto il femminile visto come la Madre Terra ( sono nera ) giacente in attesa.

Pag.2 Congiunzione
“ come è verdeggiante il nostro letto …”
“ finché ne abbia voglia… “
L’atto d’amore coinvolge e si espande allo spazio circostante. Il talamo è un folto d’alberi e d’erba, il tetto il cielo stellato.

Pag.3 Estensione (il paragone)
“Sii come gazzella o un cerbiatto fra le montagne separate…..”
L’amore estende la partecipazione umana alle forze vitali della natura.
Il paragone fra donna amata e la gazzella coglie la similitudine del manifestarsi di energie in tutto ciò che è vivente (umano o animale). Questa estensione porterà inevitabilmente al Divino.
Nella pagina la Gazzella è interpretata come un lampo fuggente di pura dinamicità.

Pag.4 Glorificazione
“Chi è costei che sale dal deserto?….”
“Una lettiga si è fatto fare Salomone…”
In molte interpretazioni questo passo è inteso come allusione al matrimonio: Una benedizione dell’atto d’amore, una sua riconosciuta sacralità per il suo valore umano e universale.
La pagina allude con elementi astratti (ad esempio la ruota) al carro che nel suo incedere porta gli innamorati al rito, glorificandoli.

Pag.5 Meraviglia
“Sei un giardino chiuso a chiave….”
“Fontana di giardini, pozzo di acque vive…”
Ritorna qui l’antico paragone del femminile con la natura, ma questa volta curata e protetta come un giardino con le acque che ordinatamente lo irrorano.
Solo se curato l’amore produce nuova vita. Ciò non può che suscitare meraviglia per un eterno miracolo sempre rinnovato; quello del riprodursi e propagarsi della vita. La tavola è realizzata come un “Hortus Conclusus” ricco di piante e sorgenti che si espandono oltre i suoi confini. Anche l’amore è destinato a espandersi.

Pag.6 La danza
“Voltati Sulamita..”
“I tuoi seni sono come cerbiatti…”
La consapevolezza dell’amore realizzato coscientemente collega ciò che è umano al ritmo universale alla musica che sta dentro la vita di tutte le cose che si esprime in una danza, espressione di pura gioia. In questa tavola tre coppie stilizzate accordano i loro movimenti all’armonia del mondo.

Pag.7 L’Unione
“Le sue vampe sono vampe di fuoco, le sue fiamme, fiamme del Signore…”
L’ultima pagina mette in luce la consapevolezza che l’amore umano non è che un frammento di quello Divino; che il fuoco che sorregge la vita agogna a ricongiungersi alla maggior fiamma Celeste.
L’ultima immagine è organizzata attorno a due poli: in alto le fiamme del Signore che irraggiano verso il basso; nello spazio inferiore il fuoco umano che arde verso il Divino.
Nel mezzo un recinto ovale simboleggia il cosmo, colto tra due fuochi: da esso si distacca l’uovo cosmico, l’eterno rigenerarsi della vita
Questo tema finale – l’unione delle due fiamme è lo stesso che caratterizza la vela in marmo che conclude l’opera e ne sintetizza il significato.

Cantico dei Cantici

marmo di Carrara, ferro, 2012

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1. Attrazione


2. Congiunzione


3. Estensione


4. Glorificazione


5. Meraviglia


6. La danza


7. L’unione

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