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Ferraglia

Verona
Galleria d’Arte Spazio 6
ottobre 2009

Presentazione

di Vera Meneguzzo

Immagini dell’interiorità

di Luciano Caramel

“Ferraglia”, titolo della mostra di scultura che Giovanni Marconi presenta alla Spazio 6 di via Santa Maria in Organo fino al 4 novembre, non è un termine di significato dispregiativo, ma una provocazione.

“Ferraglia”, titolo della mostra di scultura che Giovanni Marconi presenta alla Spazio 6 di via Santa Maria in Organo fino al 4 novembre, non è un termine di significato dispregiativo, ma una provocazione.

Da un materiale così grezzo si possono trarre infatti forme di insegnamento e di spiritualità.
Le opere oltrepassano il forte impatto visivo, la grinta delle raffigurazioni per rivelarsi un invito alla contemplazione dello stato interiore dell’uomo che, dai primordi all’epoca attuale, non è migliorata di molto.

Costruite con fil di ferro su cui si arrotola un filo più sottile, con inserimenti di ottone, rame, alluminio, pietra lavica, sortiscono animali deformi, mostruosi, frutto di fantasia o ispirati al mito, ai poemi, ai disegni imperscrutabili delle stelle, e non abbandonano mai una decisiva componente estetica. Sono esse metafora dei vizi umani.
L’animalità, la bestialità che rappresentano non rimandano ad un senso demoniaco, ma piuttosto ad una degradazione verso uno stadio inferiore della coscienza di sé da cui ogni individuo può risollevarsi.
Vera Meneguzzi

Ancora più diramati i riferimenti di Giovanni Marconi e più decisa la sua opposizione ai valori della civiltà occidentale e alla sua “sudditanza al processo della macchina per cui tutto deve funzionare”. Si rifà, Marconi, a

Ancora più diramati i riferimenti di Giovanni Marconi e più decisa la sua opposizione ai valori della civiltà occidentale e alla sua “sudditanza al processo della macchina per cui tutto deve funzionare”.
Si rifà, Marconi, a tradizioni ancestrali e “barbariche”, al mito e con particolare intensità alla cultura indiana, perché, sono come sopra sue parole, essa ha una “capacità altamente simbolica” e dà “la possibilità di una trasformazione interiore”.
E “immagini dell’interiorità”, di esperienze e processi interiori, sono le sue opere, di grande suggestione per la non convenzionalità delle figurazioni, apparentemente solo fantastiche e invece pregne di significati, come la luce, nella sua realtà fisica e spirituale, tra le mete principali della sua ricerca.
Nonostante una certa, apparente almeno, vena surrealisteggiante, le sincretistiche, visionarie creazioni di Marconi, concretate molto di frequente con un materiale artificiale come la resina, da sola o congiunta a materie naturali, quali la pietra, il marmo, il ferro, il legno, persino l’oro, cambiano veramente pagina, introducendoci direttamente, con la forza dell’immagine, nella coscienza dell’uomo d’oggi.

Luciano Caramel
2000

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